Il progetto ha comportato un censimento storico archeologico per mettere in luce i resti di frequentazioni umane tra preistoria ed età antica (romana), la rivoluzione insediativa attuatesi nel corso del medioevo, il rapporto tra la rete medievale degli insediamenti castrensi e i circuiti stradali, l’evoluzione dell’abitato tra età moderna ed età contemporanea, le strutture ed attività produttive più recenti, in particolare manifatture, mulini, frantoi e cave.
Tale censimento delle strutture produttive e delle emergenze storico-archeologiche è stato attuato tramite una serie di ricognizioni archeologiche di superficie e da spoglio della documentazione storica e produzione storiografica. Le ricognizioni, per ragioni di tempo e per la conformazione stessa del territorio, non potevano essere realizzate a tappeto, ma solo a campione, ossia operando su punti specifici del territorio segnalati dalla presenza di peculiari toponimi o da conoscenze pregresse, o ancora da foto aeree.
Contemporaneamente è avvenuto un censimento delle emergenze architettoniche civili, religiose e produttive dalla documentazione storica e dalla produzione storiografica degli ultimi due secoli, che ha preso in considerazione anche le realtà scomparse, proprio al fine di tentare – eventualmente – una loro individuazione geografica.
Tutti i dati raccolti sono stati inseriti nella Mappa interattiva dei beni culturali che presenta una cartografia aggiornata della Val di Vara, a cui si possono sovrapporre cartografie tematiche (storiche, insediative, produttive). Dai toponimi o punti di interesse è possibile fare zoom tematici che richiamano e visualizzano per quell’oggetto schede storiche e archeologiche, documenti testuali, immagini.
La Mappa è stata sviluppata con pacchetti software e librerie open source e OGC compliant: Geoserver, Postgresql/PostGIS, librerie OpenLayers e GeoExt.